giovedì 6 marzo 2008

Voglia

Mi alzo in piedi, sento sfrusciare i miei jeans blu scuro... Ero inginocchiato con i piedi sotto il sedere e visto la serata uggiosa probabilmente qualche macchia di fango è rimasta appiccicata alla mie tasche posteriori. Il tempo è una merda ma non fa freddo. Mi alzo, il braccio si stende, la mano si chiude in un pugno. Mi accorgo ora di essere sul sedile posteriore di una macchina scura, ma non riesco a ricordarmi chi guida, proprio stasera non ce la posso fare.. Mi accorgo che il braccio è ancora disteso come ad immortalare il momento, come fosse una fotografia, le linee che vanno dal gomito al polso sono precise, ben definite, non me ne ero mai accorto. Non faccio in tempo a farmi sorprendere dalla linearità del mio avambraccio che una zaffatta di gin proveniente da uno qualsiasi dei miei cinque stomaci mi scalda l'esofago, mi rabbrividisce la schiena fino ad arrivare al mio naso. Sono infastidito, i miei occhi si chiudono come se accusassero il bagliore di flash, la mia bocca è spenta, gracchiante, raspia, sento di essere un posacenere. L'aria fredda e la velocità mi asciugano i sensi, mi accorgo di essere in piedi su un sedile posteriore con la testa fuori dalla capotta della macchina. Ho sfondato il soffitto di questa maledetta auto ma il maniera bella, artistica.. Intorno a me vi sono petali di metallo neri lisci, mischiati, a pezzetti di plastica grigia, ripiegata su loro stessi come foglie.. La plastica rende ancora meglio, laddovè si vedono le pieghe è più chiara, come fossero venature, come se la vita scorresse più nelle curve che nelle rette. Sento, di avere freddo, l'aria mi consuma le lacrime e non riesco a leggere il cartello bianco con scritta nera al bordo della strada, ma sento di intenderlo, sento che ora non potrebbe eserci scritto altro... Lo urlo, lo urlo, infiammo la mia gola, sento piccoli pezzi infuocati danzare sulla mia laringe trasporti da lava sporca di cenere.. Lo urlo fino a che la cenere non mi ingolfa la bocca.. "Voglia Voglia Voglia Voglia Voglia"... I miei jeans scrosciano, ricadono senz'anima, la scarpe si incastrano sotto un sedile di un nero scolorito, le maniche della camicia si allungano fino a ricoprire il braccio, la cenere si ferma... Mi sveglio, sono davanti a casa, saluto e percorro alcuni passi facendo poi un cenno con la mano per salutare. Alzo più del solito la gamba destra per evitare lo scalino del marciapiede e passo davanti ad una macchina di color turchese. Un gatto verde riposa sul calduccio del cofano della macchina probabilmente parcheggiata lì da pochi minuti e quando mi vede si spavente e se ne va. Le sue piccole zampe sporche lasciano una scritta sull'auto. Non riesco a leggerla, non posso.. Ma stasera mi sembra che non potrebbe esserci scritto niente di diverso.. Un liquido mi bagna ancora la gola. Tiepido, quasi bello, le labbra si aprono ma senza troppo sforzo quasi come appartenenti ad un corpo senza vita: "Voglia Voglia".


P.s: Questo post l'ho vomitato più che scritto e quindi non mi sembra giusto correggere gli errori e rileggerlo.

1 commento:

Santa ha detto...

Salverei "come se la vita scorresse più nelle curve che nelle rette" e il fatto che tu l'abbia pubblicato alle 23 e 23. Per il resto non ho capito un cazzo di quello che hai scritto. Vorrei solo sapere se c'entro qualcosa in tutto questo.