Cifo: - "Cazzo, ma ti ricordi quando finimmo in quel paese del cazzo?"
Io: - "Mi sembra una descrizione piuttosto vaga, perfino sulle guide in regalo con Novella 2000 si può trovare di meglio."
Cifo: - "Dai non rompere il cazzo, ti ricordi quando partimmo io, te e il Dottor Randello?"
Io: - "Boh..."
Cifo: -"Ma sì, mi pare che il paese si chiamasse Pas."
Amico ininfluente dalla faccia bitorzoluta: - " C'ero anch'io?"
Cifo: -"Ma stai zitto coglione!! Porca troia, ricordi solo cose inutili ."
Io: -"Ah... Si..."
Amico ininfluente dall'espressione arcigna: -" Sei sicuro?"
Dopo questo breve dialogo il Cifo iniziò a raccontare un pò per convincermi, perché la mia proverbiale memoria era rimasta incollata ai denti da latte e un pò perché la sua lingua liquidamente melliflua aveva bisogno di aria per seccarsi e non aveva trovato sistema migliore che intrattenere gli altri riempiendo l'aria di lettere.
Ritornando al nucleo della narrazione, al terzo giorno del nostro viaggio incappammo in un paesino dai contorni strani di nome Pas, nato in un punto piuttosto bizzarro. Era infatti schiacciato sotto una montagna che saliva molto ripida verso l'azzurro del cielo agli angoli di una vallatta di modeste dimensioni e dalla forma molto delineata e precisa, quasi trapezoidale. Sembrava un pugile all'angolo. L'idea era quella di fermarsi a cenare nella vallata per poi ripartire in cerca di paesi più turistici e culetti al sole, ma la orma del paese ci aveva in qualche modo commosso, e sentivamo che il minimo che potessimo fare era fermarci anche per la notte. Credo che in noi si fosse fatta largo, in modo ardente ma silenzioso, l'idea che in quel modo avremmo potuto evitargli il knock-out.
Il paesino, giusto per chiarezza geografica, era situato tra il Carso e gli Urali, relativamente vicino al lago Trasimeno e ai Monti Appalachi, sulle rive del Volga, ma molto vicino anche al Secchia. Penso che sorga in provincia di Rieti, tuttavia credo che il capoluogo più vicino sia Abbiate Grasso. Credo che con queste poche informazione, magari muniti di un buon navigatore, sia facile arrivarci. Per il navigatore credo che ognuno debba fare la sua scelta, appoggiandosi magari ai satellitari Garmin®, TomTom®, Garminne, Tomtomme o Italian Driver(made in PRC) che offrono un tranquillo viaggio in sicurezza, oppure a Carmine, l'amico con occhi sulla cartina per 45 minuti, fino al tuo capoluogo, e poi chiusi, incollatti con la Pritt, come in attesa del bacio del principe azzurro. Tra le opzioni sconsigliate, perché relativamente pericolose, si possono inoltre annoverare l'uso sconsiderato del senso dell'orientamento e la lettura dei cartelli stradali che totrebbero riservare un wiaggio intriso di sudore e gratitudine verso segnali totalmente inanimati eppure meravigliosamente stacanovisti(nonostante pubblici). Vedete un pò voi, l'affidabilità dei primi è relativamente rassicurante, la soddisfazione che vi posono regalare i secondi è legata al fato ma potenzialemte enorme. Il viaggio comunque rimane vostro, la scelta dei mezzi pure.
Ritornando alla nostra vicenda, entrammo nel paesino verso le sette di sera, ignorando di entrare in un altra realtà. Quando le ruote anteriori della macchina tagliarono la linea immaginaria perpendicolare alla strada all'altezza del cartello bianco con la scritta 'Pas', non sapevamo ancora.. Non potevamo sapere...
Amico ininfluente dalla fronte alta: -"Che cosa?".