domenica 21 marzo 2010

Passeggiata in purgatorio

Passo dopo passo, camminano uno a fianco all'altro con movimenti ordinati come fosse una danza tribale. Giulia parla, dialoga, sussurra parole e lui le risponde distrattamente rapito dalla sua immagine.
La luce fioca asciuga i colori del suo viso, come un pittore che pulisce la sua tavolozza, e ne sottilinea i difetti, ne evidenzia le imperfezioni. Aldo la vede bella come mai prima d'ora. Ne segue rapito le piccole rughe, con lo sguardo ne traccia le curve del viso, si smarrisce nelle sue linee che sembrano condurre in un tiepido deserto sabbioso.
Il leggero vento, che sembra essere colorato di grigio, la spettina in maniera leggera, sottili capelli castani suonano miele. Lui li sente vagare nell'aria e ne cattura la melodia infangato nella sua inquietudine . Lui vede il calore di Giulia, ne gusta il sesso, le odora il battito del cuore, copia gelosamente la sua immagine dipinta nel chiarore del cielo.
I tacchi di Giulia tambureggiano sul marciapiedi di marmo e una vetrina la colpisce, si ferma di colpo come incastrata in un tombino. Le scarpe sportive di Aldo compiono qualche passo e poi si girano a cercare l'oggetto del desiderio.
Lei lo chiama e lui la sente ma non ode le parole, la voce di Giulia lo affonda, ne occulta l'animo in un mare terribilmente blu. Gli occhi di Aldo diventano giovani ali bianche di gabbiano spezzate incapaci di volare, abbracciano l'immagine di lei, rinunciando all'infinità dei sogni. Le parole gli cingono la gola, gli divorano l'animo sminuzzandolo in sillabe...
Le scarpe riprendono a lavorare, il cielo esita attendendo la pazzia di una stella che abbia il coraggio di colorarlo e il silenzio continua a eccheggiare nelle parole di Aldo aspettando che la chiglia di una chitarra lo accompagni oltre le colonne d'Ercole.

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