Era una serata di Aprile, o almeno credo… Erano parecchi mesi che non ero più sicuro della data; mi ero talmente innamorato di una ragazza seminuda reperita in un calendario avuto in omaggio con l’acquisto di un nuovo boiler. Erano circa tre anni che non conoscevo precisamente la data , tuttavia i miei calcoli mi portavano al 23 Aprile... Le mie supposizioni trovavano conferma in prati fioriti, clima decisamente piacevole intervallato però da qualche giornata decisamente piovosa…
Quella sera come ogni sera decisi di uscire e come spesso accadeva, le mie scarpe, probabilmente avute in omaggio anch’esse con la caldaia, tentarono di suicidarsi nel modo più brutale, annegandosi. Con un’abile mossa le salvai appena in tempo, tuttavia anche quella sera le gemelle mi avevano guidato in una pozzanghera, costringendo i miei piedi ad un bagno indesiderato. Del tutto incurante dell’incidente decisi di proseguire, dopotutto ero convinto che fosse venerdì e quindi si prospettava una serata che prevedesse un maggior uso di calorie rispetto al solito: chiama la barista, ordina l’amaro, alza il braccio e bevi.
Il mio viaggio verso il solito ritrovo del venerdì continuava quando venni stordito da una ciliegia grossa almeno quanto un melone… In realtà caddi a terra svenuto immediatamente, quindi fu la ragazza che mi trovò a raccontarmi l’accaduto…
Era decisamente grossa, o meglio aveva un seno decisamente prosperoso che la faceva apparire più voluminosa di quanto fosse in realtà.. Rimasi talmente colpito da quella florida coppia che per un attimo pensai che la cosa che aveva fermato la mia camminata doveva sicuramente trovarsi nel reggiseno di quella ragazza.
Mi raccontò che una ciliegia grossa come un cavolfiore era caduta dall’albero e mi aveva stordito; sulle prime ebbi qualche dubbio conscio del fatto che neppure i frutti dopati provenienti del Giappone fossero così grossi, tuttavia la sua voce era sensazionale e i suoi occhi grandi e scuri strabordavano di sincerità e rimmel. Alla fine le credetti.
Mi stavo per incamminare nuovamente quando dalle sue labbre uscì una richiesta inattesa: “Vuoi sentire una storia?”. Dallo stupore i miei occhi si spalancarono arrivando ad una superficie pari a quella del fondo di una bottiglietta di Beck’s, tuttavia non ebbe modo di apprezzare quella reazione poiché quando mi sottopose la strana richiesta mi ero già voltato per andarmene… Quando mi girai per risponderle i miei occhi erano già tornati poco più grandi del normale e con un filo di esitazione la mia bocca si schiuse in un si…
I miei amici perdoneranno il ritardo.. Non mi dispiacerà guardarle il seno per altri cinque minuti.. I miei amici perdoneranno il ritardo..
martedì 3 luglio 2007
Storia di una serata di fine Aprile
Pubblicato da
cantagallo
alle
19:45
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